Cosa sono i campi estivi?


Come tutte le estati alla chiusura delle scuole ogni genitore si pone la drammatica domanda: come occupare il tempo dei nostri figli e far trascorrere loro le lunghe giornate in assenza di impegni scolastici e in mancanza della nostra presenza per impegni lavorativi? Oltre al ricorso a nonni e babysitter, se si tratta di bambini e ragazzi sufficientemente grandi ed autonomi per passare un periodo senza genitori si può optare per un’esperienza ad un campo estivo. Sapete già di cosa si tratta? Ne avete sentito parlare?

Con campo estivo si intende un luogo organizzato e strutturato per far trascorrere un periodo di vacanza fuori casa a bambini o ragazzi impegnandoli in attività di diverso genere a seconda delle preferenze ed attitudini e quindi della scelta che si vuole fare. Esistono campi estivi finalizzati ad imparare bene una lingua straniera, campi estivi strutturati per occuparsi della tutela dell’ambiente (come quelli gestiti da Legambiente ad esempio), altri in cui ci si focalizza su attività artistiche, campi estivi in cui si sta a contatto con gli animali e con la natura, altri in cui ci si sperimentano attività culturali, attività sportive come ad esempio il tennis, la vela o la danza oppure ci si confronta con la conoscenza dei diritti umani (ad esempio nei campi estivi organizzati da Emergency o Amnesty International). Si possono svolgere in varie regioni italiane oppure anche all’estero. Il periodo di permanenza ha lunghezza variabile e da questo, oltre che dal tipo di attività scelta, dipende il costo previsto. In genere comunque si tratta di una settimana prolungabile a due o tre.
Qualunque sia l’attività scelta si tratta comunque di un periodo che costituisce un’esperienza molto stimolante, interessante, formativa ed educativa a livello personale e sociale. Non soltanto infatti si impara qualcosa di nuovo (che sia uno sport, una lingua o un’attività artistica) ma si sperimenta per la prima volta la gestione autonoma di sé stessi (cosa mangiare, come vestirsi, come risolvere piccoli problemi quotidiani) ed il confronto giornaliero con gli altri in un contesto diverso da quello casalingo. All’inizio può non essere facilissimo e può subentrare la nostalgia di casa ma ci si confronta anche con il fascino dell’indipendenza e si cresce affrontando le piccole difficoltà che possono fare capolino. Il divertimento è comunque una componente fondamentale, non dimentichiamolo, e probabilmente i nostri ragazzi saranno dispiaciuti alla fine del campo estivo e vorranno tornare l’anno seguente per ripetere l’esperienza.
Partecipando ai campi estivi si impara divertendosi e l’estate diventa una grande opportunità di crescita e formazione. Perché non prenderla in considerazione parlandone con i nostri figli?

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