Domanda e offerta di lavoro: un incontro difficile?


Una delle principali motivazioni di squilibrio presenti nel nostro Paese è la costante mancanza di un serio link  tra chi offre e chi cerca lavoro. Pensiamo al laborioso Nord-Est italiano. Pensiamo alla sproporzionata richiesta di manodopera che continua ad essere disattesa in centinaia di piccole e medie imprese del Veneto, in particolare. Da tempo, gli imprenditori del Nord-Est lamentano questa situazione che assume i connotati dell’assurdo.

In virtù delle loro produzioni di qualità, del loro sapersi rimboccare le maniche e della loro volontà tesa ad investire per ingrandire il proprio volume d’affari, gli imprenditori veneti si pongono all’avanguardia per una positiva dinamicità orientata allo sviluppo, sviluppo, però, che sta rischiando di essere frenato dalla mancanza di manodopera (anche non qualificata). Il rischio è insito nel non poter far fronte alle richieste ed agli ordinativi (molti provenienti dall’estero) dal momento che il personale disponibile non è in numero sufficiente. E allora? E’ vero: le associazioni industriali, le organizzazioni sindacali ed alcune società di selezione si stanno occupando del problema (reperire sul mercato le risorse lavorative necessarie), ma ciò non basta.

Il problema è di grandi proporzioni e c’è l’esigenza di un coordinamento globale, di un serio sistema strutturato per collegare chi cerca lavoro con chi lo offre e non soltanto per la situazione del Veneto (pensiamo ad ampie zone del bresciano, del bergamasco, della Brianza, etc.).

A questo punto, viste le dimensioni del problema e al di là delle periodiche dichiarazioni di buoni intenti, perché chi segue a livello istituzionale i problemi del mondo del lavoro (e sono tanti) non si occupa una buona volta di creare un vero e proprio link tra sistema delle imprese e chi è in cerca di prima o di nuova occupazione? Pensiamo a quanto potrebbero realizzare di positivo, vista la situazione di emergenza, sia un serio sistema informativo che alcuni centri di coordinamento (collegati in rete e dislocati nelle zone dalla forte richiesta di lavoro e nelle zone dalla forte domanda di lavoro), gestiti da esperti del settore e non da inutili burocrati.

Questa situazione è ancor più paradossale se si considerano le concrete possibilità offerte dai supporti di tipo informatico e telematico: perché non vengono sfruttate a dovere? Cosa impedisce al nostro apparato pubblico di fare la sua parte senza perdersi nei meandri dei bei discorsi di circostanza? Lo sviluppo del sistema aziendale ed il miglioramento dei livelli occupazionali andrebbero di pari passo con il più volte richiamato circolo virtuoso: occupazione – reddito – consumi – fatturato – occupazione e via dicendo. Basta esserne convinti per metterlo in pratica: in altre parole, basta la buona volontà…

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