NTC 2018, tutto quello che c’è da sapere


La pubblicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 in Gazzetta Ufficiale dello scorso 20 febbraio dà attuazione al relativo decreto del ministero delle Infrastrutture del 17 gennaio, in attesa dell’entrata in vigore prevista per il 22 marzo. Il decreto contiene tre articoli e un allegato da dodici capitali e riserva una particolare attenzione ai materiali: in particolare, a essere stato modificato in modo consistente è il capitolo 11, in conformità alle prescrizioni della Ue a proposito della libera circolazione dei prodotti da costruzione. Nel complesso, la nuova versione delle NTC si dimostra molto più aderente, rispetto al passato, agli Eurocodici.

La gestione della fase transitoria

L’articolo 2 del decreto include le indicazioni per l’applicazione delle regole tecniche della fase transitoria in funzione del livello di avanzamento del progetto: le vecchie NTC, che risalgono al 2008, possono essere applicate a contratti sottoscritti e a progetti affidati unicamente per le opere pubbliche la cui conclusione è prevista entro il 22 marzo del 2023, vale a dire entro cinque anni a partire dalla data in cui le nuove NTC entreranno in vigore. Inoltre, le vecchie NTC del 2008 potranno essere applicate anche per le opere private per cui il progetto esecutivo sia stato depositato prima dell’entrata in vigore di quelle nuove o le cui parti strutturali non siano ancora state concluse, fino al termine dei lavori. Ciò vale anche per le nuove costruzioni a Tor Vergata proposte da Progedil 90.

La progettazione dell’esistente

Il miglioramento della qualità degli elaborati del progetto strutturale che deve essere redatto sarà favorito dal capitolo 10 delle nuove Norme Tecniche di Costruzione, che è stato articolato in paragrafi diversi con l’introduzione di integrazioni redazionali e modifiche che non andranno a sconvolgere i contenuti del precedente testo ma semplicemente avranno un effetto positivo nei confronti della relazione di calcolo nell’eventualità in cui vengano adoperati software automatici. La valutazione della sicurezza, invece, è trattata al capitolo 8, dove sono presenti i relativi parametri generali, che hanno a che fare anche con la progettazione degli interventi sugli edifici già costruiti in base a possibili sismi. Le caratteristiche materiche dei manufatti, con la distinzione tra costruzioni in acciaio, costruzioni in calcestruzzo, costruzioni in muratura e costruzioni miste, rappresentano uno dei criteri da tenere in considerazione, insieme con le differenti categorie di intervento che possono essere applicate: interventi locali, miglioramento e riparazione o adeguamento. 

L’allegato al decreto

Il fulcro del decreto è costituito dall’allegato, che presuppone una notevole semplificazione delle norme che riguardano la messa in sicurezza degli edifici. Gli interventi dovrebbero diventare più sostenibili dal punto di vista economico, anche in virtù di una riduzione del 20% dei costi per la messa a norma delle strutture già esistenti: ciò sarà vero in modo specifico per i cambi di destinazione d’uso, così che il sistema bonus possa risultare più applicabile. Un altro fronte importante è quello che concerne i materiali da impiegare per uso strutturale: il debutto dei calcestruzzi rinforzati si segnala tra le novità più significative, senza dimenticare i coefficienti da cui dipendono le caratteristiche degli elementi portanti dei vari edifici. Da non dimenticare i cosiddetti interventi di miglioramento, che non comportano modifiche delle strutture degli edifici. Gli standard variano a seconda del tipo di edificio: sono più alti, per esempio, per le scuole.

Per le costruzioni in calcestruzzo le modifiche hanno a che fare con la valutazione di duttilità degli elementi inflessi, la verifica a fessurazione sugli SL di esercizio, la trattazione del calcestruzzo non armato, i limiti di snellezza e l’eccentricità minima negli elementi compressi, le giunzioni di armature, i coefficienti di sicurezza per la precompressione e la redistribuzione dei momenti flettenti nell’analisi elastica lineare.

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